L'impresa ai tempi della pandemia

March 16, 2020

Editoriale di Corrado Passera

CEO illimity

(Nessun riferimento al bellissimo romanzo di Garcia Marquez)

Fare impresa ai tempi della pandemia significa fare impresa senza molti dei presupposti che in azienda abbiamo sempre dato per scontati: ci si vede in ufficio, ci si sposta, si programma, ecc. Durante una pandemia come l’attuale, tutte queste certezze vengono meno e l’incertezza diventa pervasiva. Incertezza non solo contingente, ma incertezza che rimarrà – una specie di modifica del DNA - anche dopo che la V o la U della crescita sarà superata.

Incertezza ambientale: il nostro pianeta ce la farà? Incertezza geopolitica: la pace tra grandi potenze è a rischio? Incertezza macroeconomica: la stagnazione secolare è inevitabile? Incertezza previdenziale: le pensioni verranno pagate? Il welfare resisterà all’invecchiamento della popolazione?



Oggi, più ancora che durante altre recessioni, si aggiunge l’incertezza diffusa che riguarda le aziende nelle quali si lavora e la tenuta dei rapporti di lavoro come tradizionalmente intesi. Ce la farà l’azienda nella quale lavoro a superare la crisi del Coronavirus? Lo smart working che sostituisce il “lavoro vero” sta tramutandoci tutti in freelancer di una entità sempre più lontana e quasi virtuale?

La sfida, non solo imprenditoriale e manageriale, è inedita e certamente questa crisi, soprattutto se non sarà breve, porterà a una selezione dura tra le imprese esistenti.

La tenuta, la resilienza dell’impresa continuerà ovviamente a dipendere dalle scelte di posizionamento strategico, dagli investimenti tecnologici e dalla gestione dei cash flow, ma le imprese che ce la faranno saranno caratterizzate anche da fattori più soft che non sempre vengono adeguatamente valorizzati da manager, analisti e investitori “quantitativi” e “puri e duri”.



In un mondo sempre più fatto di incertezze e di smart working la motivazione al lavoro e quindi l’impegno e i risultati aziendali saranno molto più legati di un tempo all’orgoglio di appartenenza alla propria impresa.

Orgoglio di appartenenza che deriva da elementi ben precisi:

· Quanto la mia impresa si occupa di me, della mia serenità oltre che della mia produttività?

“La sfida, non solo imprenditoriale e manageriale, è inedita e certamente questa crisi, soprattutto se non sarà breve, porterà a una selezione dura trale imprese esistenti.”

· Quanto la mia impresa si comporta da squadra a tutti i livelli aziendali e non solo come “fabbrica” di prestazioni?

· Quanto la mia impresa è utile alla comunità e si comporta in maniera virtuosa?

Se durante la pandemia, lo smart working non è vissuto solo come un male necessario, ma è stato pensato fin dall’inizio come un meccanismo per rendere più compatibile lavoro e famiglia e se è stato introdotto non per obbligo delle Autorità, ma per dimostrare vera attenzione per la salute e la serenità dei propri collaboratori e delle loro famiglie, beh, allora, è probabile che la produttività durante la pandemia non solo non diminuisca, ma addirittura possa aumentare.

Se durante la pandemia tutti, dico tutti, i collaboratori di un'impresa sono tenuti al corrente dell’evoluzione aziendale e se la squadra di vertice si mantiene sempre unita e fa percepire tale coesione attraverso tutti i rami dell’organizzazione, beh, allora diventa possibile non solo garantire la gestione corrente, ma anche sviluppare nuovi progetti strategici malgrado ci si trovi in tempi emergenziali.

Se durante la pandemia emerge con chiarezza l’utilità sociale dell’impresa per la quale si lavora e se si ha la prova che grazie all’impegno della propria azienda la comunità della quale siamo parte sta meglio di quanto starebbe se la nostra impresa non ci fosse, allora la pandemia lungi dal diventare un freno, diventa una occasione di conferma di quell’orgoglio aziendale del quale parlavamo prima. E questo orgoglio permette di superare tutte le difficoltà.

E quest’orgoglio lo sento pensando a illimity e alla squadra delle quasi 500 persone che la stanno costruendo.



C’è bisogno di noi adesso e ci sarà ancora più bisogno di noi nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Ci saranno tantissimi imprenditori che cercheranno banche come noi per realizzare il loro potenziale o per riaccelerare la loro crescita dopo la botta del Coronavirus. E noi ci saremo. Ci saranno moltissime banche e altri investitori che avranno bisogno di un operatore come noi per valorizzare attivi aziendali andati in difficoltà. Bisognerà far ripartire velocemente tutti i settori. E noi ci saremo.

“E quest’orgoglio lo sento pensando a illimity e alla squadra delle quasi 500 persone che la stanno costruendo.”

Le famiglie saranno sotto stress per un periodo ancora indefinito e cercheranno servizi bancari e assicurativi in grado di rendere la loro vita più semplice e serena. E noi daremo il nostro contributo per ridurre almeno un po’ l’incertezza.

Insieme a tanti altri perché le energie e le generosità del nostro Paese sono spesso sorprendenti. Soprattutto in momenti difficili come l’attuale.