La ricetta del capo in gamba secondo noi illimiters

Ottobre 1, 2019

Editoriale di Corrado Passera

CEO illimity

È trascorsa una settimana dal primo off-site che ha visto protagonista il top management di illimity. Il risultato di questo esperimento è stato un confronto informale ma costruttivo, dove a ogni punto di vista è stato riservato uguale spazio e peso.
Abbiamo, infatti, approfittato di questa occasione per discutere appassionatamente sui valori alla base del nostro progetto, soffermandoci sulle caratteristiche della leadership diffusa che vorremmo avere in azienda. Abbiamo, quindi, provato a disegnare i tratti del “capo in gamba”, che vorremmo incarnare.
Siamo partiti dall’assunto che non esiste un’unica ricetta per essere un modello positivo e un supporto efficace, e che caratteristiche come competenza, integrità, responsabilità, dedizione e attenzione all’execution debbano essere date per scontate.
Oltre a queste ultime, quindi, ci siamo trovati tutti d’accordo rispetto ad alcune attitudini irrinunciabili per chi vuole guidare una start up innovativa come la nostra. Il “capo in gamba”, inteso come un riferimento capace per tutti gli illimiters, per visione e apporto concreto, deve:
· avere una visione d’insieme dell’intera organizzazione e saper spiegare ai suoi collaboratori non solo come fare il loro lavoro, ma perché è necessario farlo in quel modo per dare il massimo contributo a tutta l’azienda e (ri)dare senso al ruolo di ciascuno.
· scendere in campo, non rimanere in tribuna. Essere duro se necessario, ma saper ascoltare e occuparsi di ogni singola persona che gli è stata affidata. Sua prima responsabilità è proprio quella di tirar fuori il potenziale di ciascuno. Non sa suonare tutti gli strumenti dell’orchestra che dirige, ma sa farli suonare insieme.
· amare le novità e le diversità, apprezzare l’imprenditorialità e la sperimentazione e tollerare il fisiologico tasso di insuccessi: tutte condizioni essenziali per le imprese che vivono di innovazione. Si misura sempre e solo con chi dimostra di saper andare ancora meglio.
· avere coraggio. Prima di tutto, il coraggio di decidere e di affrontare i problemi senza rimandarli o nasconderli sotto il tappeto. Di farli emergere, di affrontarli, di risolverli e, se non ce la fa da solo, di chiedere a sua volta aiuto. Il coraggio di applicare sempre le regole della meritocrazia, pure a sé stesso se necessario, mettendosi intorno persone anche più brave di lui, o di lei.
· essere impegnato a fare l’utile che l’azienda ha promesso, ma anche a rendere la nostra impresa utile alla comunità della quale è parte. Fare utili ed essere utili: si può e si deve. La responsabilità sociale e la sostenibilità non sono dei trucchetti di marketing, ma la prova provata dell’essere classe dirigente.
· imparare dagli altri e insegnare agli altri: non è un solista. Si sente membro di una squadra, ne rispetta le regole e – per tornare al discorso iniziale - ne condivide i valori. Sa che rispetto a questi ultimi il “capo in gamba” ha una responsabilità in più degli altri: quella di dare l’esempio.